La contemplazione è una “non attività”, è una porta dell’anima che si schiude.

Al ritorno del suo viaggio in terra santa San Francesco propose un’idea rivoluzionaria, rivoluzionaria oggi come al  tempo delle crociate: non hai bisogno di possedere un luogo sacro, né di andarci fisicamente, soprattutto se questo alimenta l’odio e la violenza tra gli uomini; costruiscine una rappresentazione presso di te, contemplala e prega.

San Francesco, come al solito aveva ragione su tutti i fronti: aveva fatto di tutto per fermare le violenze, ma neppure lui c’era riuscito.  Certamente in quei luoghi già nel 1200 dell’energia santa c’era rimasto poco ed anche oggi in terra santa è più facile vedere le diverse fazioni religiose litigare in modo buffo se non violento; le energie che si muovono sono più la rabbia, la frustrazione e molti desideri negativi. Ma qualche luogo che ancora vibra in modo forte esiste ancora, ma non sono tra quelli normalmente frequentati. “A chi ti toglie il mantello tu dagli anche la tunica”, San Francesco sapeva che nel cercare di ottenere, seguendo la via della forza, alimentiamo solo l’ombra di noi stessi. E sapeva che lo stato dell’anima che cerchiamo è qui, accanto a noi. Dobbiamo solo aprire gli occhi dell’anima per trovarlo. Così nacque il presepe.

Il monaco Zen si dedica con tutto se stesso, in totale presenza mentale, a disporre la sabbia, le foglie ed i sassolini,… fino a estrarre quanta più bellezza riesce dal suo giardino. Non crea ciò che non c’era prima, ma vede quello che gli altri non vedono. Come Michelangelo estrae il Davide dal marmo. Poi si siede, in contemplazione della bellezza.

Il monaco buddista in totale presenza fa cascare un granellino di sabbia dopo l’altro in totale presenza, finché il mandala visualizzato nella sua mente si forma fisicamente. E contempla.

Così chi crea il presepe dovrebbe avere in mente l’idea della bellezza ed in totale presenza dispone la rappresentazione come esiste già nel mondo dello spirito. Poi si siede e contempla.

Contemplare è guardare, sentire senza etichettare, lasciare che la totale concentrazione ci pervada ed il sentimento ci trasporti.

Nel Natale e nel presepe sono presenti energie molto forti. La luce si sta risvegliando. È il periodo del solstizio di inverno ed il “sole” ricomincia a prendere forza lentamente. Il ciclo discendente è finito e ricomincia la crescita; quest’energia è un risveglio alle prime fasi, è dolcezza, è un amore dolce primordiale.

Con quest’energia c’è la devozione. Devozione nell’assoluto e in ciò in cui crediamo. La devozione è un sentimento di ringraziamento. Ci sono molte cose di cui puoi essere grato. Estendi questa gratitudine e la devozione riempirà il tuo essere.

Infine c’è il riconoscimento della propria condizione e quindi nascono compassione e senso di unità con gli altri e con il tutto.

Dolcezza, devozione e unità pervadono la terra in questi giorni di Natale.

Trova la forza ed il tempo di comporre un presepe in totale presenza mentale. Poi contemplalo e questi sentimenti e molti altri diverranno evidenti. Sarà un grande regalo.

Ma se il presepe diventa per te una barriera mentale, semplicemente fermati, respira e senti l’energia della terra. Vi sono molte persone che pregano, contemplano e la terra stessa rivive la rinascita. Fermati, respira e gusta queste energie. Respira e sentiti nuovamente vivo. Buon Natale.