Dal 2011  il mondo vive una forte spinta rivoluzionaria che durerà fino al 2018 con una breve pausa nella seconda parte del 2015. C’è una forte spinta ribelle contro il potere prestabilito e le regole ma anche ad innovare. La ribellione è inoltre sostenuta dal desiderio di distruggere per ricostruire, rigenerare dal profondo. Si sente la pressione a volerlo fare velocemente. Questo genera rivoluzioni, cadute di sistemi e poteri in modo violento, senza che il rigenerato sia necessariamente meglio di quanto sostituito.

“Non importa quanto sottile taglierai, avrà sempre due facce” (lo diceva già Spinoza). Il mondo in cui viviamo è duale, ogni cosa ha più aspetti. Dire che il male non esiste è un controsenso logico. Vi sono persone che vivono inferni fisici, psichici, emotivi, spirituali,… e sono qui accanto a noi.

In un mondo duale nulla può essere totalmente positivo. Non importa a quale fede, religione, credo morale, politico, ecc…  ci rivolgiamo, tutte hanno più aspetti. Nel tutto ci sono parti. Gruppi e uomini contengono diversi elementi in sé stessi.

Non c’è senso logico nell’affermare che un qualcosa, incarnato in questo mondo, sia interamente e solo male o solo bene. Non ha senso condannare un credo perché alcuni dei suoi membri sono deviati, né una religione perché alcuni dei membri operano il male, né etichettare altri gruppi perché alcuni suoi membri non sono corretti o violenti, né alcune professioni perché alcuni commettono errori,…

Dovremmo quindi abbracciare il comandamento che tutti li riassume: non creare sofferenza negli altri. Se dico qualche cosa che ti offende perché lo considero un mio diritto, non sto facendo il bene. Se ti impedisco di fare del male, sto operando il bene. Se divento violento perché mi hai offeso, non sto facendo il bene, anche lo considero mio diritto. Se ti faccio del male, pensando che è per il tuo bene, non sto operando il bene.

Ma se giudichi il futuro ti trovi a dover domandarti per poi scegliere “quale azione porterà il male minore o il bene maggiore?”. Qualsiasi azione ha 2 facce.

La via di uscita ha 2 componenti: la moderazione e la rinuncia ai frutti di ciò che fai.

La moderazione porta al distacco, toglie carica emotiva alla situazione. Permette di rientrare nella consapevolezza e di prestare attenzione al tutto invece di caricare per incornare gli ostacoli. La moderazione dissolve le ombre ed i pesi e ci fa camminare sulla sottile via di mezzo.

Operare il bene senza alcun sentimento egocentrico porta alla felicità e ci libera dai risultati (duali) di quello che facciamo. La Bhagavad gita lo esprime molto bene quando spiega che si deve praticare la rinuncia come rinuncia al frutto delle opere.

“Rinunciare alle opere o il compierle senza intenzione egoistica porta alla felicità. Tra le due il compiere le opere senza intenzione egoistica è superiore alla rinuncia alle opere stesse” (cap 5, v 2) e termina con “alla conoscenza è superiore la meditazione, e superiore alla meditazione è la rinuncia al frutto dell’azione, alla rinuncia segue la pace della mente” (Cap 12, V 12) in altri termini “la rinuncia al frutto dell’azione” è l’azione pura e consapevole.

Se vive nel tempo ha due facce,
muterà d’aspetto e cambierà forma,
il vero di oggi è finto domani.

Non giustifica il male,
né diminuisce il bene,
è solo l’inizio della ricerca.

Ci sono pensieri e azioni spaventose,
il cui effetto si tramanda per generazioni,
rimangono e inquinano l’esistenza.

Chiamati “giusto” e crei l’altra faccia,
punta il dito e ti condanni ad esserlo,
dì “tutto” e ne dimentichi una parte.

Se vivi nel tempo hai due facce,
modera i tuoi pensieri e le azioni,
opera il bene e non curarti dei risultati.