Ecco qui tutto ciò che devi sapere.

La fine, la meta,
il dove vuoi arrivare.

Proviamo a esprimerlo in parole semplici.

Molti vagano per tutta la vita,
seguendo la massa e quindi naturalmente non raggiungono nulla.

Alla fine della vita hanno avuto delle esperienze,
alcune buone, altre “cattive”.
La massa si muove come un gregge:
senza pensare,
in ritardo e in modo casuale.

Poi ci sono gli studiosi.
Coloro che pensano,
studiano approfonditamente e
non seguono la massa.

Alcuni forse cercano di capire la Verità.
Spesso questi sono un passetto avanti rispetto la massa.
Ma non sempre.
Studiano il paradiso per capire come è fatto
ma non hanno né la capacità né la forza di viverlo.

Avere una conoscenza intellettuale
senza averne l’esperienza è un seme sterile.

Ad esempio:
puoi sapere che il pomodoro è un frutto,
come la mela e la pera,
ma questa conoscenza potrebbe indurti a metterlo nella macedonia!

Aver fatto l’esperienza “del pomodoro”,
averlo assaggiato,
ti può invece suggerire di creare la pizza o
la pasta al pomodoro.

Così,

è anche per le cose più profonde della nostra esistenza.

È di scarso valore “capire” il paradiso
(ammesso sia possibile)
senza farne l’esperienza.

Studiare teologia
senza avere la devozione
è come studiare le regole grammaticali dell’ungherese
senza imparare a leggerlo,
scriverlo, parlarlo o capirlo.

Studiare teologia
senza sviluppare la devozione
porta alla rigidità,
alla violenza,
alle guerre sante e alle inquisizioni.

Nel dopoguerra
ci sono stati dei professori che
hanno fatto fare alla cultura occidentale
un passo in avanti in molti campi.

Alcuni
come Allan Watts, Michael Harner, Stanislav Grof ecc..
invece di continuare a studiare
lo sciamanesimo, il buddismo, lo zen,
come si studia una cultura di api o di formiche,
hanno pensato che avere l’esperienza
di ciò che studiavano
era importante per comprendere.

Sono diventati api, formiche,…
Non solo,
invece di sentirsi superiori e
irrigidirsi nel presunto primato della cultura occidentale,
hanno ipotizzato
di aver qualche cosa da imparare da queste altre culture.
E quanto hanno imparato!

Ora sui concetti di esperienza e conoscenza
si dibatte da migliaia di anni,
passando da Aristotele, a Galileo e
tutti i più grandi ne hanno parlato.

La PNL ne ha fatto il suo centro di attenzione.

Ma la chiave della comprensione è molto semplice:
Ricordi il pomodoro?
È un frutto e
sai dunque dove cercarlo
(ad esempio sai che non lo trovi dal ferramenta);
ma se lo assaggi,
capisci che va con l’insalata.
Punto.

Quando avrai
l’esperienza consapevole di quanto segue
la tua vita si illuminerà.

Se comprendi intellettualmente
è già un passo avanti:
almeno sai cosa e dove cercare.

Ed ora,

in sintesi
ecco tutto quello che devi sapere.

Vedrai poi
come il resto diventa superfluo e gioco gioioso.

La Luce esiste.
La Luce è presenza.

Non importa che nome gli vuoi dare,
Dio, Luce suprema, primordiale, Infinito,…

La Luce esiste e
non ha bisogno di altro per esistere.
Esiste in perfetto equilibrio di per Sé.

È come uno sfondo fermo e lucente
davanti al quale il mondo,
fuori equilibrio, si muove
(così diceva Suzuki, uno dei primi maestri Zen giunti in occidente).

L’esperienza della Luce Primordiale
è a volte chiamata
esperienza diretta.

Se pensi che la luce abbia bisogno
dell’ombra per esistere
ti stai facendo ingannare dalla tua mente duale.

I nostri sensi
sono in grado di percepire solo il cambiamento.

Non possiamo percepire ciò che è fermo.

Il suono è una variazione di pressione nell’aria.
Gli occhi vedono ciò che è fermo
solo perché fanno dei micro movimenti per creare una variazione,…
e così via.

Noi dunque percepiamo e ragioniamo solo con il relativo.
L’assoluto ci sfugge.

L’ombra è assenza.
L’ombra di per Sé non esiste.

L’ombra è un “buco”
creato da una barriera che ferma la luce.

Come la luna davanti al sole durante le eclissi.
Come il tuo corpo,
si muove sotto sole,
disegna l’ombra sulla strada.

L’ombra
è dunque l’effetto di una barriera,
di un muro.
Un muro oltre il quale c’è spazio.
Uno spazio infinito.

Il primo muro lo creiamo con la separazione.
Questa è la causa primaria della nostra sofferenza.

La separazione,
o meglio l’illusione della separazione,
è l’origine di ogni paura e
di ogni malessere e
delle emozioni negative conseguenti.

Dalla separazione
nascono tutte le altre paure,
che sono alla base di tutte le nostre emozioni negative.
Rabbia, invidia, gelosia,…

Dall’illusione della separazione
nasce la pesantezza che ci portiamo dietro.

Ogni onda nel mare
è unica e irripetibile.
Bellissima di per Sé.

Una piccola onda vede le altre onde di fianco a lei e pensa:
“quelle sono altre onde,
quelle non sono io”.

Ma ogni onda è collegata dal mare,
fanno tutte parte dello stesso mare della stessa acqua.

Magari la piccola onda vede la grande onda e pensa:
“quella mi ha portato via tutta l’acqua!”

e così prova invidia, rabbia, gelosia,…

Ma l’acqua è infinita,
c’è un mare profondo sotto di lei.
Basterebbe che guardasse dentro sé stessa e
scoprirebbe di non essere separata e
di avere una fonte infinita a disposizione.

La separazione è illusoria
ma i muri che creiamo sono reali,
come lo è la sofferenza in questo mondo.

“Nel mondo c’è sofferenza”
recita la prima nobile Verità.

Ognuno ne ha esperienza.
E la sofferenza è reale
come lo sono le emozioni negative che la creano.

Ma sono muri e case create sulla sabbia.
Il vento se li porta via
se non li trattieni,
se non continui a ricrearli.

Luce, separazione (muro), ombra, paura, emozioni negative, sofferenza.

Tutto questo rimane pura intellettualizzazione
e soggetto al dubbio
fino a quando non hai l’esperienza della Luce.

E come quel professore,
che si crede preparato, risponderai:
“la mente fa strani scherzi” anche a chi
ha vissuto il miracolo della guarigione fisica impossibile e ti mostra le cicatrici.  Un arido professore o un  teologo senza devozione.

Ma la Luce esiste.
È presenza.
È più reale
della terra
che ti sostiene,
del tetto che ti protegge,
del pugno che ti colpisce.

Ma come i tuoi occhi riescono a percepire
solo una piccola parte dello spettro della luce
(ad esempio non vediamo i raggi ultravioletti che ci abbronzano,
ma ci abbronziamo,
o gli infrarossi che ci scaldano
ma il sole lo sentiamo caldo,..)
così non è facile percepire la presenza assoluta,
in perfetto equilibrio.

E allora, come fai ad averne l’esperienza?
A parole è semplice:

Per percepire la Presenza,
la Luce Suprema
è sufficiente rimanere immobili.

In posizione corretta,
fermi
al di là di ogni movimento.

Ascoltare il silenzio che
esiste dietro ogni rumore.

Osservare lo sfondo luminoso
al di là di ogni oggetto…

Sentire la leggerezza,
il vuoto
al di là di ogni contatto.

Devi togliere tutto il superfluo,
abbandonare ogni resistenza,
ogni paura,
anche la paura di abbandonare la paura e
lasciarti cadere dentro,
nella profondità del mare interiore.

Tutto qua.

Rileggi il tutto molte volte.

Se segui le lezioni di meditazione,
certamente hai capito e
prima dopo ne farai l’esperienza
in una meditazione o magari durante un trattamento.

Che tu possa avere presto l’esperienza della Luce.