La Pasqua per chi medita è fonte di moltissimi spunti. La meditazione nella nostra concezione cristiana contemporanea è una riflessione sui testi sacri. Ma non è questo l’aspetto su cui ci vogliamo focalizzare. Il nostro approccio non è quello di studiare, misurare e commentare il “paradiso”, ma di cercare di viverlo.

Con la Pasqua possiamo pensare ad esempio alla meditazione sulla morte,  alla meditazione sulle leggi del karma, alla meditazione sulla sofferenza, sulla carità, alla meditazione sulla preghiera del Gesù,…ed è su questa ultima che ci soffermiamo ora.

La parola Pasqua, sappiamo tutti, deriva dall’ebraico e significa “passare oltre”. “Pasqua” viene spesso anche tradotta come “passaggio”, il passaggio di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani ad una nuova libertà nella terra promessa. Il passaggio vita – morte – nuova vita di Gesù Cristo, quindi il passaggio a vita nuova. Il sacrificio animale ebraico, l’agnello sacrificale, ed il pane azimo sono rimpiazzati nel cristianesimo dalla crocefissione e dal rito in ricordo dell’ultima cena. La Pasqua è senza dubbio il cardine fondamentale del Cristianesimo. Senza la morte e resurrezione, il cristianesimo avrebbe oggi un aspetto completamente diverso. Pasqua è quindi il ricordo e il ringraziamento a Dio per il passaggio del Mar Rosso e, come dice Filone d’Alessandria, ha anche il significato allegorico di purificazione dell’anima.

Gesù ha profondamente amato l’umanità ed è stato, forse anche per chi non lo riconosce come Divino, l’espressione storica più alta dell’amore e della carità. San Paolo scrive: “Cristo morì per i nostri peccati…”.

Tralasciamo ogni tentativo di comprensione logica di tali affermazioni e soffermiamoci semplicemente su fatto che Lui, espressione di una enegia molto più grande di noi, ci ama a tal punto da sacrificare la propria fisicità per …. (quello che volete, salvarci, insegnarci,…)

Nei primi secoli dopo Cristo, i padri del deserto, si rifugiarono nel deserto perché avevano “sete”. Secondo le fonti a disposizione, come nella Filocalia, questa sete veniva colmata tramite la preghiera ininterrotta: “la preghiera del Gesù”.

La Filocalia è un testo Cristiano (Ortodosso) ed è una raccolta di testi cristiani dal IV al XV secolo pubblicata a Venezia in greco nel 1782 da Nicodemo e Macario. Personalmente, anche se di non facile lettura, penso sia un testo profondissimo che dona molta luce. Vi è un sito italiano molto ricco che parla appunto dell’esicasmo.

La preghiera del Gesù è la ripetizione, profonda e sentita dell’invocazione “oh signore Gesù Cristo, abbi pietà di me” oppure, semplicemente del Suo nome “Gesù”.

É lo stesso Gesù che infatti insegna “Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio Nome la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, io la farò” (Gv 14.13-14)

Se credi che il suono di una parola sia importante altrettanto quanto il suo significato, allora ricorda che Gesù in aramaico chiamava si “Yeshua”, che sembra fosse pronunciato iishuoa, con la “u” che quasi non si sente o “ioshua”, o Yešu’ od in ebraico Yehoshuah o Yahushua, pronunciato iah-u-shua con la prima “a” e la prima “u” lunghe e la seconda “u” corta, o … ma lasciamo ad altri questa discussione. Io raccomando il suono di “ioshua”.

 Diceva NICEFORO IL SOLITARIO: “Cos’è l’attenzione della mente e qual’è il modo di acquistarla? …. Alcuni santi hanno chiamato l’attenzione “vigilanza della mente”, altri “custodia del cuore”, altri “sobrietà”, altri “silenzio mentale”, altri con altri nomi ….l’attenzione è la presenza dell’anima a se stessa, il distacco dal mondo e il ritorno a Dio.”

 E Niceforo da delle indicazioni che rispecchiano una pratica meditativa orientale basata sulla devozione:

mettiti seduto,

raccogli il tuo spirito ed introducilo nelle narici; è il cammino che l’aria segue per andare al cuore. Spingilo, forzalo a discendere nel cuore, insieme con l’aria inspirata….[inspirazione]

abituati a non fare uscire lo spirito con impazienza, [trattenere il respiro]

mentre il tuo pensiero dimora nel cuore, introduci l’invocazione: “Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me” [formula di devozione]

 …Se persevererai in questo esercizio con intenso desiderio e ardente attenzione, ti verrà incontro il coro delle virtù: l’amore, la gioia, la pace e tutte le altre.

Questa pratica è meravigliosa!

Nella Filocalia viene suggerita una posizione raccolta, con il capo inclinato, quasi a guardare il cuore. Però in questa posizione è facile “perdersi”, addormentarsi e le energie ed i flussi del corpo ( incluso quello sanguigno) sono più difficoltosi. Quindi ti raccomando di mantenere la posizione della colonna vertebrale eretta come nello yoga o nello zen, indipendentemente se sei seduto, a gambe incrociate od in piedi.

Il sentimento di gratitudine nella devozione è molto importante. Prova a sostituire a utilizzare semplicemente il nome di Gesù ed aggiungere un “grazie”. Anche questo ti riempirà di gioia.

[inspirazione] inspira lo spirito

[trattenere il respiro per qualche istante di calma] “ioshua”nel silenzio ricolmo dell’ intenzione di fondersi con Gesu

[espirazione] “Grazie” – fusione ed abbandono in Lui

Attenzione: trattenere il respiro per qualche istante di calma non vuol dire andare in apnea! La meditazione deve durare molto tempo, quindi allunga con calma, senza fretta questo periodo di “tutto pieno” man mano che la mente ed il corpo si calmano e rilassano. Quando trattieni il respiro, nella massima attenzione possibile, come se con tutto te stesso stessi ascoltando, passerai nel Vuoto.

L’intenzione qui è importantissima. Qui tutta la nostra mente è rivolta a Gesù. Immagina di sentirlo, di avere la Sua presenza nel tuo cuore.

IN SINTESI

  • seduto eretto, pratica la ritenzione del respiro, con devozione, concentrati nel centro del tuo petto all’altezza del cuore:
  • inspira lo spirito, immagina come se inspirassi lo spirito di Yeshua,
  • fallo dimorare nel tuo cuore, recita il suono “Gesù” / “iahu-shua” / ioshua” /…
  • fonditi in Lui nella espirazione

È un vero “passare oltre” dell’anima.

Buona Pasqua.